Famosa per l’ immagine della Madonna Acheropita, non dipinta da mano umana, di datazione probabile tra il 580 la prima metà dell’VIII secolo.
CORIGLIANO ROSSANO – L’icona della Sacra Achiropita, si trova su un pilastro della navata centrale della Cattedrale e si presenta così già da molti secoli, incastonata come una reliquia in una teca di marmo protetta da schermo vitreo, contornata da uno splendido esempio di altare settecentesco. E’ legata alla leggenda del monaco eremita Efraim che nell’anno 570 d.C. in un campo vicino ad una grotta trovò un’immagine miracolosa della Vergine e da lì iniziò il culto. Continua con il racconto dell’incontro tra l’imperatore Maurizio ed Efraim, il quale gli rivelò che la Vergine aveva predetto la sua successione al trono di Costantinopoli: così Maurizio fu eletto imperatore. Come ringraziamento alla vergine Protettrice, Efraim ebbe la possibilità di ottenere tutto il necessario per l’edificazione del tempio. Durante i lavori, più volte l’Odigitria apparve per esprimere il volere di farsi edificare un altare proprio nella particolare posizione decentrata, così come si presenta ancora oggi.
Il termine Akheiropoietos deriva dalla lingua delle comunità giudaico-cristiane; difatti con questo termine nelle “Lettere” di San Paolo ai Corinzi, si indica qualcosa di “non fatta con mani” quindi “eterna”. Successivamente in epoca bizantina, il significato sarà legato ad Immagini le cui fatture, secondo leggende, sono riconducibili al Divino. La figura della Vergine si presenta per intero e regge sul braccio sinistro il Bambino Sacro che ha la mano destra verso la madre nel gesto della Benedizione (alla maniera orientale) e nella sinistra tiene stretto nel pugno un rotolo, forse il Vangelo.
La Vergine indossa un mantello rosso scuro ed un copricapo; il rosso predomina anche nella figura del bambino. Gli studi condotti hanno appurato che l’immagine doveva estendersi anche nella parte inferiore e che con molta probabilità è stata affrescata su un supporto di paglia, fibre animali e calce, come era consuetudine fare dai pittori bizantini. La fase di preparazione dunque andrebbe di pari passo con l’edificazione architettonica del luogo di culto. Tuttavia però, alla fase normanna risalirebbe la costruzione del muro che accoglie l’immagine, a seguito di lavori di ampliamento del tempio sacro. Quindi l’immagine era presente in un antico oratorio poi ingrandito nella grande chiesa con mosaici, oggi venerata come Cattedrale. Chi si piega al cospetto della Sacra Immagine, non può non restare colpito dalla fissità dello sguardo di quegli occhi allungati e severi, quasi un monito per chi si avvicina e che ritroviamo in molte altre icone bizantine ed ortodosse. Il 15 agosto festa dell’Assunta, anche oltre i confini oceanici in Brasile dove le comunità italo-americane di San Paulo si riversano in un intero quartiere attorno alla loro Achiropita, per sentirsi chissà, un po’ più vicini alla loro amata terra d’origine.
La cattedrale, è insieme all’Abbazia di Santa Maria di Patire il fulcro del culto cattolico. Questo bellissimo edificio risale al XI secolo, ma la forma e le decorazioni visibili al giorno d’oggi (compreso il triplice catino absidale, il Campanile e gli affreschi) sono frutto di un complesso lavoro di arricchimento durato per ben tre secoli, dal Cinquecento fino a tutto il Settecento. Nel 1879, nella Cattedrale venne casualmente ritrovato il Codex Rossanensis, un manoscritto evangelico miniato del VI secolo, attualmente conservato nel Museo Diocesano.